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«Di sicuro è avvenuto dopo il 4 novembre del 1995, tra l’assassinio di Rabin e l’ondata di attentati a Gerusalemme. La speranza e la disperazione poggiavano sul filo di una lama. Telefonai a Mahmud Darwish, che si era appena trasferito ad Amman, e gli proposi un’intervista per “Ḥadarim”. […] L’incontro fu prudente ma intimo. Avevamo piena fiducia che presto avremmo visto la pace. Discutemmo la nuova realtà che si stava lentamente delineando come due che si trovano al capezzale di un malato che pian piano riprende coscienza. Parlammo naturalmente in ebraico. Durante il nostro incontro a prevalere in quelle ore fra noi non fu né il politico né l’individuale, bensì una patria diversa: la poesia. Da questa patria continuammo a parlare dei poeti come figli del loro luogo e del loro tempo». Con queste parole Helit Yeshurun (Tel Aviv, 1942), traduttrice e editrice israeliana, introduce l’intervista con Mahmud Darwish, poeta e scrittore palestinese, fra le voci più alte del Novecento. Quello che si offre per la prima volta al lettore italiano è uno tra i dialoghi più intensi della storia letteraria israelo-palestinese, la cui forza affonda le radici nel coraggio di ospitare “la versione dell’altro” e dare così un fondamento poetico a un nuovo inizio, ponendo la parola all’origine di un mondo comune a venire.

Mahmud Darwish, Con la lingua dell’altro

A cura di Francesca Gorgoni

ISBN: 978-88-98779-15-4

Euro 15,00

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